Storia | ||||||||||||
Sommario:
La nave "Antarctic" nel porto di Buenos Aires
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Negli anni 1838-40 Charles Wilkes, a
capo di una spedizione statunitense, circumnavigò per 1500 miglia il continente,
scoprendo la terra, che da lui prese il nome, affacciata sull'oceano indiano.
Partito nel 1837 da Tolone, al comando di due navi, l'Astrolabe e la Zelee, Jules-Sebastian Dumont d'Urville esplorò le coste antartiche. Il 21 gennaio 1840 avvistò altissime cime biancheggianti. Egli chiamò quell'area "Terra di Adelia" in onore di sua moglie, sentendosi certo che al di là di quella barriera gelata doveva esserci la terra. Impose il nome di Adelia anche ai pittoreschi pinguini che vi abitavano.
Dal 1839 al 1843 l'inglese James Ross ampliò le esplorazioni del continente. Con due robuste navi, costruite in modo da poter resistere alla pressione dei ghiacci (Erebus e Terror), riuscì a scoprire la grande Barriera di Ghiaccio, il vasto golfo che si affaccia in corrispondenza dell'Oceano Pacifico e due altissime montagne, di cui una, il monte Erebus, si rivelò essere un vulcano in attività.
Il primo sbarco sul continente antartico avvenne nel gennaio 1895 presso Capo Adare, la parte più settentrionale della Terra di Vittoria. L'onore spettò al comandante della baleniera norvegese Antarctic.
I travagli dello svernamento in Antartide furono vissuti per la prima volta dal comandante della spedizione belga Adrien de Gerlache e dal suo equipaggio. La loro nave "Belgica" fu, infatti, intrappolata dai ghiacci nel marzo del 1898.
Determinante per la loro salvezza fu l'ingegno di un famoso componente dell'equipaggio: il dottor Frederich A. Cook di Brooklyn, New York.
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